lunedì 19 settembre 2011

Per chi raddrizza le banane

Il 20 settembre all’ONU si proporrà il riconoscimento della Palestina. Israele è sempre più isolato, mentre cresce quel fondamentalismo islamico, mascherato da “primavera araba”, a cui qualche sciocco, o ingenuo, ancora crede. Un riconoscimento di questo tipo sarebbe una vera e propria tragedia. Se accadrà, reagiremo.
“Reagiremo”. Perbacco, davvero da brividi: “reagiremo”. Con qualche pagina di blog e magari un articolo sul giornale: questo sì che si chiama reagire, ragazzi, mica pettinar bambole o raddrizzar banane, vedrete, l'ONU arretrerà con la coda tra le gambe e finalmente il cosiddetto “fondamentalismo islamico” (che subdolamente alligna in ogni musulmano del mondo anche se non lo sa), sebbene “mascherato”, avrà la sua sacrosanta dose di mazzate.

Il blog da cui ho tratto quella citazione nacque per incensare il foglio di un Ateo Devoto e per elogiare, con festoso autocompiacimento, gli articoli di un giornalista ciellino. Non fu proprio una brillante idea: poco tempo dopo il giornalista ciellino lasciò CL sbattendo la porta, mentre l'Ateo Devoto fino ad oggi non si è mai convertito - anzi, continua a considerare il cristianesimo uno strumento da utilizzare per colpire nemici politici. Il tragicomico è che certuni, scodinzolando a più non posso, a tutt'oggi pendono dalle labbra di sirene di quel genere: sono i cristianisti, che riducono il cristianesimo ad un generico “anticomunislam” e hanno per loro catechismo dogmatico il film Il mercante di pietre.[1]

A leggere certe robe ti prende un attimo di nostalgia. Nei bei tempi di una volta, i ciellini consideravano tutti la realtà secondo la totalità dei suoi fattori. Il buon Socci, dalle pagine del Sabato, alla caduta del muro di Berlino gridava “né comunisti, né americanisti”, ai tempi della guerra del Golfo urlava il suo sdegno contro l’aggressione americana all’Iraq. Era sempre andata così a tutti: il tipico ciellino era odiato perché non incasellabile in uno schema ideologico. Infatti prendevamo molotov dai comunisti e manganellate dai fascisti, eravamo diffidati dai politici, detestati dai vescovi, schifati dai borghesi, gambizzati dalle Brigate Rosse...

Succedeva perché prendevamo sul serio più don Giussani che i titoloni dei giornali. Sapevamo tutti che il cristianesimo non è una elegante insalata di belle idee[2] ma è anzitutto una Persona. Mettevamo tutto a confronto con l'esperienza, senza dividere per pigrizia il mondo in buoni e cattivi, senza faticare per allinearsi con la moda o contro-moda del momento. La politica per noi era il risultato di qualcosa di già vissuto, non era la premessa per definirsi cristiani. La fede era riconoscere una Presenza, non era il professare le idee politiche ed economiche che fanno guadagnare qualche prestigiosa etichetta come "anticomunislam". Oggi qualche ciellino (preciso meglio: sedicente ciellino) lo ha dimenticato, o peggio, trasformato in elegante gergo per riempire le conversazioni e sentirsi finalmente à la page, professando il mutevole dogma più in voga al momento.[3]

“Reagiremo”. Palestina uguale fondamentalismo. Riconoscimento uguale tragedia. Chi non è daccordo è ingenuo o sciocco. “Reagiremo”. Il tragicomico epilogo degli anticomunislam è il somigliare al nemico che dichiarano di avere: fondamentalisti (quanto a ideologia) e boriosi (parlano come la Pravda durante le purghe staliniane): “Reagiremo”.


1) Certi cattolici sembrano più credenti nell'americanismo che nei dogmi di fede: avviene perché Hollywood continuamente ci vende gli USA come baluardo anti-comunista e anti-islam.

2) La stupidità dei cristianisti sta nella bizzarra logica secondo cui per combattere un'ideologia occorre un'altra ideologia, diametralmente opposta (almeno in senso televisivo) alla precedente.

3) I cristianisti sono la versione neocon dei cattocomunisti.

mercoledì 14 settembre 2011

Le sole due cose che possono capire gli uomini dell'Occidente

Caro Jeff, non vi sono che due cose che la maggior parte degli uomini del West può capire...

...un calibro 38 pronto a sparare fuoco e un bicchiere di whisky in attesa d'essere vuotato.
(citato da: Tex, da una striscia del 1948)

giovedì 8 settembre 2011

Frattaglie / 8

Seguono altre frattaglie e pensierini sparsi.

Chi non è “cattolico praticante” o è cattolico sedicente oppure è cattolico recitante. Mi dicono però che occorre ulteriormente distinguere tra osservante e praticante, giacché quest'ultimo si distingue dal recitante spesso solo per il maggior tempo materialmente speso tra le quattro mura in parrocchia.

Una delle rinomate specialità italiote è prendersi un impegno e poi dar buca all'ultimo momento. Specialmente quando si ha paura che l'impegno in questione possa far rischiare, anche alla lontana, un leggero cambiamento di mentalità.[1] È sorprendente come le “proprie opinioni”, acquisite subendo passivamente il bombardamento dei notiziari, diventino il più intoccabile degli idoli, ancorché mutevole e aleatorio.

Dopo più di cinquant'anni il nonnetto torna al paesetto natìo e tenta disperatamente di scorgere i posti dove era vissuto, nascosti da quella selva di luci, cemento e tubi di scappamento. Perfino la piazza ha cambiato nome. Ride della grossa, per nascondere la tristezza e soprattutto la delusione.

Agita una pistola, l'eroe del cinema: la locandina lo mostra fiero di sé e sazio di tutto. Ha in mano la sacra pistola, il simbolo tascabile del potere di vita e di morte su chiunque gli capiti davanti. Gli basta sfiorare il grilletto per togliere la vita a qualcuno (o compromettergliela definitivamente): la pistola, scettro di un potere “divino”, simbolo di giudizio di vita e di morte. Sazio e orgoglioso di sé, l'eroe del cinema è ovviamente accompagnato dalla solita bellona tutta curve. E noi si paga il biglietto per poter conoscerne le gesta.


1) Succede puntualmente ogni anno quando inviti qualcuno al Meeting. Oppure alla scuola di comunità. O persino alla vacanzina, oppure agli esercizi. Hanno paura di vedere qualcosa che provochi in loro un ricredersi. Hanno paura, cioè, di non poter più professare apertamente certi pregiudizi.

giovedì 1 settembre 2011

Retorica risorgimentale

Dobbiamo fronteggiare un'invasione di chissà cosa, sicuramente alieni. Dobbiamo colpirli con tutto quello che abbiamo e dobbiamo farlo pesantemente...

Ritirarsi? Mai!...

Cadono come birilli!...

Marines! Diamogli del filo da torcere! Dobbiamo fargli vedere chi ha i coglioni!...

Ce l'abbiamo fatta! A-ha-ha-ha! Abbiamo vinto! Sì!...

Ehi! Eccoli! Ci avete salvato la vita, ragazzi!
La martellante propaganda bellica americana dà anche al più appassionato tifoso l'impressione che il loro complesso industriale-militare abbia continuamente bisogno di giustificarsi (già durante il film mi chiedevo contro chi sarà la prossima guerra vera).